Clubhouse: la forza della voce tra le voci
O meglio dire la forza di un social che azzera immagine, video, link per farti parlare e conoscere senza filtri.
Siamo tanto abituati ai filtri che quando li tolgono rimaniamo inizialmente spiazzati. Ed è esattamente quello che succede quando attivi il profilo su Clubhouse. ‘E ora? Che faccio?’
Ecco la sensazione iniziale di smarrimento. ‘Collego Instagram, il mio sito?’ e poi ‘Che dico?’ può essere davvero importante la mia voce? McLuhan ci aveva visto proprio bene quando parlava che il mezzo è il messaggio. Molto meglio di tanti altri. Ecco oggi la tua voce è il tuo ‘Instagram, Facebook, Linkedin e tutto il resto’ . Sei tu che scegli dove e quando parlare. Parlare è molto più difficile di scrivere, tra tutta la mole infinita di contenuti riuscire a dire qualcosa di ‘non stupido’ e interessante per poter coinvolgere gli altri nella discussione della room è fondamentale e di certo non facile.
Ma come funziona? Semplice, una volta invitati bisogna scaricare l’app e poi procedere per la creazione di un profilo. Parola d’ordine, semplicità. Molti collegano Instagram e da li poi sito e email, cosa che consiglio. Come procedere dopo? Provare ad ascoltare. Anzi esercitarsi ad ascoltare le discussioni nelle varie room e poi quando si ha la possibilità e la voglia di contribuire raccontando qualcosa della propria esperienza o il parere sulla discussione tema della room.
Le stanza possono essere aperte o chiuse. Se si organizza una room si può inserire un promemoria e si possono ‘organizzare’ dei gruppi tematici o classi di room.
Le stanze sono davvero tante e attive h24. Io adoro ascoltare le conversazioni delle room in altre lingue, un modo per ritornare a parlare lingue straniere e esercitarmi sulla comprensione.
Può essere utile al lavoro? Secondo me si. Può essere utile a tutto e soprattutto a sentirsi meno soli in un periodo come questo dove isolamento è legge.
Io ho iniziato ascoltando. E’ importante anche questo esercizio, poi sono passata a room più leggere da argomenti divertenti e poi a quelle più impegnative.
Ho trovato ‘futuri nuovi amici’, collaboratori e personaggi noti che parlano con chiunque senza porsi limiti o problemi.
Quindi, provaci anche tu?
Una penna blu è quella che amo di più. Come il velluto, meglio se blu, cobalto e azzurro. Mi ricorda il mare.
Il mare. Il caffè caldo la mattina, in tutte le stagioni. La musica, le canzoni indie, Tommaso Paradiso, Achille Lauro. I rossetti rossi. Le mie sorelle bambine. Scrivere e leggere. E poi leggere e scrivere. Le cose non scontante, la pelle abbronzata in autunno. Regalare un sorriso, che siamo tutti grigi.
Le cose inaspettate. Quelle belle ovviamente. Le gite organizzate un’ora prima. Il profumo di cannella. La cacio e pepe. I regali. I
Amo il natale, amo non essere scontata, amo tutti i film con un lieto fine. Che poi piango pure quando guardo un thriller.
Il mio cane la mattina. Gli amici che ci sono sempre, sia a un metro che a 1000 kilometri. Le persone sensibili. Quelle che si perdono a sognare cose ‘impossibili’, tipo costruire una villa in campagna.
Amo l’odore dei libri nuovi. La poledance. Sentirmi sicura.
Odio. Odio quando sono grigia. I pensieri brutti. Odio non vedere il mare. Odio non potermi muovere. Odio aspettare, la mia impulsività. La poca sincerità. Tra una brutta verità e una bugia, preferisco sempre la prima.
Odio la mancanza di rispetto.
Chi tratta male le donne, e gli uomini.
Odio gli ottusi, i preconcetti e i pregiudizi.
Odio non sapere cucinare.
Odio non sapere cosa fare. Cambiare idea spesso.
La montagna. Non la amo.
Odio chi limita gli altri.
Non amo scanzi. Non amo gli intellettuali troppo di sinistra.
Mi annoio.
Amo chi pensa che prima di tutto e sopra ogni cosa ci sia rispetto e fiducia.
Odio chi non lo fa. Odio chi pensa che sia tutto dovuto e niente dato.
E tu invece?