Dior è sempre ’68

Dior 1968. Sentite l’aria? E’ frizzante. Ma la musica, la musica è coinvolgente, trascinante. Se avessi Shazam potrei immediatamente conoscere il nome di questa canzone. Ma non ho nemmeno lo smartphone. Siamo nel 1968 l’anno dei grandi cambiamenti. Quei cambiamenti che ci hanno portato alla realtà che viviamo oggi, anno 2018.

E del 1968 cosa abbiamo ereditato, oggi, dove le donne devono combattere due o tre volte in più rispetto ad un uomo per fare carriera, per poter scegliere con chi stare, e dove stare. Per poter dire di ‘no’ senza rischiare di essere picchiata, stuprata o anche uccisa? Dior scende in campo e lo fa attraverso le parole di MariaGrazia Chiuri che si domanda: “Cosa sta facendo Dior? Cosa ha fatto in passato e quale posizione deve prendere oggi”

E la posizione la maison francese la prende, e la prende in modo serio, consapevole al punto tale da dedicare un’intera collezione di pret a porter della prossima stagione. Le modelle sfilano con occhiali da sole grandi proprio come si vedono nelle foto dei sessantottini e gonne ampie, frangie, quadri e un messaggio chiaro e forte, stampato sulle felpe, maglie, “Se dico no, è no”. Un messaggio chiaro e forte che si lega in maniera indissolubile alla campagna #meetoo e che fa prendere consapevolezza anche al mondo della moda dove la donna è da sempre grande protagonista sia nel bene che nel male.

“Gli anni ’60 furono il decennio delle celebrità. Per la prima volta le modelle diventarono personalità pubbliche. Fu un’epoca di grandi traguardi e ricca di inventiva, in cui queste ragazze inventarono se stesse.”

Diana Vreeland

 

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