O meglio detto Personal Bra Ladies e parla alle donne in maniera nuova, innovativa e…ma lo dirà la protagonista di questo straordinario progetto.
Gaia Bocola
Lei è un uragano di idee e di simpatia. Milanese doc si destreggia tra passione e lavoro anche se un vero e proprio confine non c’è. Occhi grandi e blu, è consulente di strategie di comunicazione digital. Ed ha un progetto da portare avanti e lo fa con grande bravura e tenacia e la cosa che cattura l’attenzione è il suo modo di raccontarlo, il suo entusiasmo e il suo cuore. E lei ce la mette proprio tutta.
Segni particolari? Pratica surf. Almeno così mi ha raccontato. Viaggiatrice, sognatrice e innamorata.
Ciao Gaia come stai? So che hai una storia ‘bellissima’ da raccontarci. Da dove iniziamo.
Come e da dove è nata la tua idea?
Come prima cosa ti direi che l’idea non è mia. Partecipando a eventi del settore intimo insieme a mia mamma (che ha un negozio specializzato da oltre 30 anni) ho iniziato a frequentare altre colleghe e mi sono resa conto che c’era un’esigenza diffusa: fare fronte comune per affrontare il mercato che stava cambiando.
Semplicemente ho assecondato e raccolto le idee di molte altre persone.
In questo modo ho favorito e seguito concretamente la nascita della prima rete di imprese di negozi specializzati in intimo in Italia.
Siamo 20 negozi e ci definiamo Personal Bra Ladies.
Quanto e in che modo ti riempie la vita?
Diciamo che il mio lavoro principale è un altro però dedico un sacco di tempo alle Personal Bra Ladies.
Lo faccio perché le loro sono storie bellissime, loro sono tutte donne super in gamba e amo l’idea di garantire un futuro ad aziende già avviate (e in alcuni casi storiche, tramandate di madre in figlia) che creare l’ennesima start-up digitale!
Ti ricordi, se c’è, il momento quel preciso istante, dove ti sei detta: “Si è la strada giusta?
Onestamente, tante volte ho pensato che non fosse la strada giusta. Che fosse molto, troppo faticosa. Che non ne valesse la pena. Che in fondo tutti si aspettavano che non ce l’avremmo fatta. Ecco, forse è stato il senso di rivalsa che ci ha spinto fino ad oggi.
Ancora, non ho la certezza che questa sia la strada giusta, ma ci provo, ogni giorno, insieme alle mie compagne di viaggio.
Se vuoi, mi ricordo il momento in cui mi sono detta e ci siamo dette “sì, proviamoci”.
C’è stata una riunione informale a Firenze, nel Luglio 2017. Eravamo poco più di una dozzina, non sapevamo bene dove ci dovesse portare questa “cosa” ma ci siamo guardate e abbiamo avuto fiducia le une delle altre. E da lì è partito tutto.
Cosa consigli a chi magari è ad un bivio nella sua vita, che non sa più cosa fare, chi ha paura?
Io direi di non restare sola. Trova delle compagne di viaggio, qualcuno con cui condividere la strada, qualcuna che ti dia supporto e a cui dare supporto.
è come nella vita: puoi fare tutto da sola e forse per un certo periodo è giusto che tu lo faccia. Ma poi, è più divertente e più semplice la strada in compagnia delle persone giuste.
Come affronti le difficoltà che questo progetto ti pone?
Con la mia solita acidità! In realtà, molte difficoltà mi stimolano ad andare avanti: sentirmi dire “tanto non durerete a lungo” mi fa mettere molto impegno nel riuscire a far diventare le Personal Bra Ladies famose in tutta Italia.
Per me ogni ostacolo esterno è una sfida.
Mi abbatto di più quando le difficoltà sono interne, quando nel gruppo si perde l’armonia. Lì è più difficile, bisogna toccare corde delicate e muoversi con cautela per ristabilire l’equilibrio tra di noi.
Una donna che ti ha ispirato?
Ci sono un sacco di donne e uomini che conosco che stimo, ma non ho mai avuto veri e propri modelli a cui ispirarmi.
Se potessi attribuire, nel tuo caso un capo di lingery a tre donne che hanno cambiato la storia o la stanno cambiando per esempio
Frida o Evita Peron, o Madonna, ecco chi attribuiresti cosa?
La lingerie è un capo che rispecchia moltissimo i tempi e la loro evoluzione.
Mi vengono in mente le pin-up con gli slip a vita alta e le sottovesti trasparenti.
Poi, ovviamente, Madonna con il reggiseno di Gaultier che è diventata un’icona degli anni 80.
E nel periodo contemporaneo Ashley Graham che ha saputo spezzare l’immaginario di corpi senza forme per riportare agli occhi del mondo le curve di una donna normale.
Il tuo capo di lingery preferito?
Un reggiseno push-up di cui non dirò la marca che mi solleva anche l’umore!
Cosa hanno le donne in più rispetto agli uomini, se secondo te hanno qualcosa?
Io, per casualità della vita, ho sempre lavorato con donne e per le donne.
A differenza di quanto sento dire in giro, io sono sempre riuscita a fare squadre imbattibili, a creare rapporti di fiducia cieca e grande collaborazione. Le mie ex colleghe sono tutte mie amiche e i migliori risultati li ho ottenuti con squadre di donne.
Trovo che abbiano una focalizzazione maggiore degli uomini, siano tendenzialmente più ambiziose e più diligenti.
Ma forse sono solo stata fortunata a trovare persone molto valide, al di là de loro sesso.
Guardati tra 30 anni, sei una nonna e tua nipote e sulle tue ginocchia, cosa le consiglieresti per la vita?
Urca. Domanda difficilissima. Probabilmente le direi di fare esperienze e prendersi un po’ di rischi. E vorrei aiutarla ad ascoltare e assecondare i suoi reali desideri.
Cosa ne pensi del femminismo?
Quello di “vecchia generazione” mi incute un po’ di timore, non lo trovo un atteggiamento costruttivo.
Mi piacciono invece molte donne e uomini che parlano di parità dei sessi con cognizione e delicatezza, lavorando sui piccoli aspetti del quotidiano che possono alla lunga cambiare la nostra cultura ancora intrisa di maschilismo.
Cosa ne pensi del razzismo?
Che sia un meccanismo di difesa di molte persone. Che venga sfruttato in maniera abietta dalla politica per indirizzare l’odio e la frustrazione di molti cittadini. Che si basi principalmente sull’ignoranza e su generalizzazioni.
E la fortuna?
So di essere fortunata. Ho sempre avuto una vita facile, ho avuto la possibilità di studiare quello che mi piaceva, di lavorare nel settore che mi piaceva, in alcuni casi di essere al posto giusto nel momento giusto. Però il caso ti mette davanti delle possibilità, sta a te coglierle e sfruttarle al meglio.
E, dato che S.Valentino è vicino, puoi dirlo anche alle altre donne che ti leggono, quanto conta l’amore nella tua vita?
Beh, tutto quello che faccio lo faccio per amore. Dall’amore per le persone che ho intorno all’amore per le fatture a fine mese!
Infine, sei ‘Felice’di fare quello che fai, del tuo progetto, delle tue decisioni?
Io adoro quello che faccio, adoro la mia vita attualmente, adoro il mio progetto e le decisioni che ho preso nella vita per arrivare fino a qui.