Questa intervista che state per leggere non è stata affatto facile. Non è il classico racconto di una persona che ha superato quello che gli è stato fatto. Ma è il racconto di quello che sente, di quello che ha subito e quello che affronta giornalmente a causa di un’insieme di violenze subite da bambina.
Prima di tutto grazie per aver accettato quest’intervista. So che per te non è affatto facile parlare di questo, ma potrebbe essere motivo, per qualcun altro di andare avanti, di provare a superarlo.
Ciao, mi chiamo Chiara, e ho 27 anni. Soffro di problemi di alimentazione, autolesionismo, scarsa autostima. Depressione ciclica. E non è facile dirli tutti insieme. Significa riconoscerli e cercare una strada per conviverci, perché la cura, questa non esiste.
Cosa è successo, cioè quali sono le cause che ti hanno portato a vivere con queste di fatto patologie?
Ho avuto un’infanzia molto serena. Tutto è cominciato alla fine delle scuole elementari e poi alle medie. Quando mi sono ritrovata più in carne e con un corpo che non riuscivo ad accettare. E i compagni di classe hanno fatto il resto, trovandomi nomignoli. Mi sono sentita un mostro. Non accettata, non voluta dal gruppo. Cosa che è poi continuata al liceo. Dove ho iniziato una dieta, ho perso chili ma nonostante tutto non mi sono mai trovata bella.
Non ti senti bella neanche oggi?
No. Non mi sento affatto una bella ragazza. E le delusioni che ho avuto mi hanno confermato questa mia concezione.
Ti vedi grassa?
Mi vedo sempre grassa.
Anche se non lo sei nei fatti.
Mi sento costantemente così.
Cosa stai facendo per stare meglio?
Di tutto. Faccio sport. Curo l’alimentazione. Faccio terapia psicologica. Ma è dura. Devo imparare a convivere con questi disturbi.
Ti vuoi bene?
Non lo so.
I rapporti con i tuoi genitori.
Normali. Nel senso so che non posso fare affidamento su di loro. Vivo da oltre dieci anni da sola.
Molestie sessuali?
Si almeno due serie.
Credi che qualcosa o qualcuno possa aiutarti a cercare un compromesso?
Lo sto facendo. Riesco a nascondere molto bene tutto. Nessuno direbbe cosa ho dentro. Nonostante faccio un lavoro che non mi piace, vivo in un posto che non mi piace. Mi sento, ecco, di buttare via questa vita. Se parliamo di suicidio, forse questo è peggio?
Pensi che la causa del tuo malessere sia tutta nel tuo passato?
Penso che abbia tutto leso la mia autostima. E ricostruirla è un percorso molto difficile.
Cosa diresti oggi ha chi si ritrova nelle tue parole?
Di definirle. Solo se hai chiaro, e bene, quello che hai. Allora, solo allora puoi provare a cercare delle soluzioni. Solo scavando nella tua anima. Rintracciando i problemi e provare a non avere più paura di loro.
Hai un consiglio?
No saprei cosa dire. Forse a chi fa male, semplicemente, di pensarci. Ci sono delle azioni fatte agli altri che possono non passare mai.