Prima erano blogger, fashion blogger, travel blogger, foodblogger. Con l’esplosione dei social network diventano ‘Influencer’ e ‘Content creator’, sono protagonisti indiscussi del mondo virtuale che riescono con maestria a inventarsi nuovi business partendo da loro stessi e brandizzando di conseguenza la loro vita.
Richiesti da agenzie pubblicitarie, brand, stampa oggi sono importanti leve da utilizzare soprattutto nelle campagne lancio di nuovi brand e nuovi prodotti per la capacità di in pochi secondi trasmettere messaggi pubblicitari a centinaia di migliaia di ‘follower’ che con un clic ‘swipe up’ acquistano in pochi secondi il prodotto in questione, normalmente associato ad un codice sconto ed ad un coupon.
Sembrerebbe nn gioco da ragazzi per chi magari non conosce questo mondo. Ma è tutto l’opposto di un gioco. Serve una strategia dedicata, un piano di marketing sviluppato, dati che confermano un roi e soprattutto una analisi del target e dei competitor fatta per tipologia non solo di brand ma anche sul prodotto.
Come si misura la capacità di un influencer di trasmettere contenuti al target obiettivo della campagna pubblicitaria?
Risposta facile facile. Con i numeri che ogni social che rispetti dà al proprio utente. Esistono numerosi tools che permettono di misurare la capacità di un profilo instagram di entrare in quel mercato, di avere una grande e reale copertura e di essere seguito. Abbiamo Iconosquare, Fanpagekarma, che sia nelle versione free che pay, forniscono dei dati reali.
Unire comunicazione e marketing non è facile. Anzi è molto più facile bucare il target, realizzare campagne bellissime ma rivolte a un’audience sbagliata. Come mai?
Pianificazione errata del budget, poca o zero analisi dei dati.
Esempio
Dopo una campagna social usando appunto degli influencer, hai centrato un obiettivo di marketing importante, che è appunto la vendita di tale prodotto, mantenere poi tale vendite fa parte dell’attività dell’azienda che successivamente al lancio del prodotto deve continuare a posizionarsi sul mercato e a vendere, che rimane il fine principale di tutte le campagne di marketing e business plan. Sottolineo questo punto perché sono infiniti gli esempi di pubblicità o campagne note ma di cui si perdeva la conoscenza del brand indicato. Un esempio per tutti quello della pubblicità che ha fatto nascere il famoso tormentone ‘Buona seeera’ ma di cui sono in pochi a ricordare cosa o chi stava promuovendo. Questa è la differenza fondamentale tra una campagna di marketing che non perde di vista l’obiettivo finale, il quale deve essere stabilito durante la pianificazione che sia esso aumento della conoscenza della marca o del lancio di un nuovo brand/prodotto.

Chi usa al meglio gliu influencer? Sicuramente i brand di moda. Versace in prima posizione, ma anche ultimamente gli editori per sponsorizzare autori e libri. I ristoranti per far tornare i clienti dopo il lockdown. I brand di make up, i brand di cosmesi. Anche il settore dell’automotive sta utilizzando gli influencer. Nen energia con campagne mirate che usano influencer di vari settori, del resto l’energia serve a tutti.
Una penna blu è quella che amo di più. Come il velluto, meglio se blu, cobalto e azzurro. Mi ricorda il mare.
Il mare. Il caffè caldo la mattina, in tutte le stagioni. La musica, le canzoni indie, Tommaso Paradiso, Achille Lauro. I rossetti rossi. Le mie sorelle bambine. Scrivere e leggere. E poi leggere e scrivere. Le cose non scontante, la pelle abbronzata in autunno. Regalare un sorriso, che siamo tutti grigi.
Le cose inaspettate. Quelle belle ovviamente. Le gite organizzate un’ora prima. Il profumo di cannella. La cacio e pepe. I regali. I
Amo il natale, amo non essere scontata, amo tutti i film con un lieto fine. Che poi piango pure quando guardo un thriller.
Il mio cane la mattina. Gli amici che ci sono sempre, sia a un metro che a 1000 kilometri. Le persone sensibili. Quelle che si perdono a sognare cose ‘impossibili’, tipo costruire una villa in campagna.
Amo l’odore dei libri nuovi. La poledance. Sentirmi sicura.
Odio. Odio quando sono grigia. I pensieri brutti. Odio non vedere il mare. Odio non potermi muovere. Odio aspettare, la mia impulsività. La poca sincerità. Tra una brutta verità e una bugia, preferisco sempre la prima.
Odio la mancanza di rispetto.
Chi tratta male le donne, e gli uomini.
Odio gli ottusi, i preconcetti e i pregiudizi.
Odio non sapere cucinare.
Odio non sapere cosa fare. Cambiare idea spesso.
La montagna. Non la amo.
Odio chi limita gli altri.
Non amo scanzi. Non amo gli intellettuali troppo di sinistra.
Mi annoio.
Amo chi pensa che prima di tutto e sopra ogni cosa ci sia rispetto e fiducia.
Odio chi non lo fa. Odio chi pensa che sia tutto dovuto e niente dato.
E tu invece?