Chissà cosa avrebbe scritto Dante Alighieri oggi di fronte ad amori che durano il tempo di qualche stories sui social network? Chissà come e in che modo si sarebbe raccontata la sua Beatrice. Sarebbe stata una social addicted o una silenziosa donna anti tutto?
Chi lo sa. Di certo è che probabilmente anche il loro amore si sarebbe consumato in tempi molto brevi di quelli della Divina Commedia. Avrebbe amato la sua Beatrice a colpi di post, stories e che altro?
Ma l’amore quello romantico, quello sdolcinato, esiste oltre ogni nichilismo o negativismo cosmico ed atomico. Ed è quello che si legge o si trasmette ai posteri attraverso libri e serie tv 3.0.
Ho letto da poco un libro ‘L’amore è bello ma non ci vivrei’ di Daniela Collu e in questo libro, metà diario, metà racconto di se stessa, metà consigli chiesti su relazioni e affini, si arriva sempre ad uno stesso punto. Quello stesso di Dante per intenderci. Che di amore si vive, tutta la vita. Si piange, si teme, si ha paura, ma senza l’altro, senza la possibilità di determinare noi stessi attraverso gli occhi degli altri ecco nessuno riesce a stare.
Vedo persone note che stravolgono la loro vita per rincorrere il loro amore. Ma come si fa a capire, a sentire che vale la pena di partire per quel viaggio, lasciare quella casa, città a volte lavoro.
Cosa e come scatta questa magia? Come e in che modo lo si capisce? Questione di secondi o di anni?
Odori o sapori? O entrambi. Cambia nel tempo, si trasforma, affina. Come se fosse una tecnica. Un’arte. L’arte di amare. Allora si, allora è bello. Bello finché dura.
