Rosa Balistrieri. La sua storia è un grido forte, pieno, disperato, di un canto d’amore. Rosa è senza dubbio la Frida della musica. Tanto simili tanto uguali.
Cantano e dipingono l’amore alla stessa maniera. In modo poco raffinato, duro, forte e per molti aspetti doloroso, arrabbiato.
Come quando ti fanno male le dita, quando inizi a suonare la chitarra. Come quando ti fanno male gli occhi, dopo giorni di pianti.
Rosa nacque a Licata, in Sicilia, nel 1927, sua madre casalinga e suo padre falegname. Ma aveva un dono. Così dicevano. La sua voce forte e potente. Ma a quei tempi nessuno avrebbe scommesso su una voce. Nemmeno lei stessa che alla definizione di cantante avrebbe risposto: “Cantante cui? Iu?”
Ma la sua voce rimaneva dentro il cuore di chi l’ascoltava e per questa condanna, Rosa pagò un prezzo molto alto.
Fu data in sposa ad un uomo che non amava e non la ricambiava. Anni di violenze, anni di soprusi, di maltrattamenti, vicendevoli, lei non lo ha mai negato. Fin quando lui non vendette parte del corredo per ripagare una perdita al gioco e Rosa tentò di ucciderlo. Fu arrestata. Anni di carcere per Rosa Balistrieri, l’ultima cantastorie siciliana, nel periodo più brutto della sua vita.
Una volta uscita dal carcere cercò lavoro per mantenere lei e la figli finì per lavorare come cameriera, ma accusata di furto ritorno in carcere molto presto.
Solo dopo aver lasciato la Sicilia per Firenze iniziò un periodo della sua vita più splendente rispetto al passato, ma soprattutto ebbe inizio alla sua vita artistica. Quasi per caso.
Si innamorò di un artista con il quale convisse per dodici anni e lui la presentò a Dario Fo, Ignazio Buttita e tanti altri. La sua voce raccontava d’amore, dolore e sicilia. Tutto insieme.
Lavorò con grandi artisti, partecipò anche a Canzonissima, cantò alle feste dell’Unità e partecipò ad alcuni spettacoli di Dario Fo.
Una donna piena di rabbia e d’amore, una rabbia che cantava, che infine amava. Quella rabbia che tiene in vita e non ti fa annegare. Nonostante i soprusi, nonostante le violenze, nonostante i maltrattamenti al cuore.
Perse sua sorella, che aveva chiamato a vivere insieme a lei a Firenze, un femminicidio quando ancora quella parola non era mai stata usata, e il padre morì per quel dolore così grande. L’uomo che ha amato la lasciò per una modella più giovane. E il dolore e la rabbia la raggiunse anche a Firenze, dove sembrava che tutto stesse cambiando.
E lo trasformò in musica e parole, quel dolore lì. Raccontando quell’isola, raccontandone la forza inarrestabile e invincibile. Ma la fama quella vera arrivò solo dopo la sua morte lasciando in eredità canzoni meravigliose come: ‘Amuri senza amuri’. Le sua canzoni hanno ispirato Franco Battiato e Carmen Consoli, solo per citare i nomi più famosi.