Persone, mani, parole quante ne raccontano, di storie. Quelle belle, quelle che ti regalano un sorriso, una leggerezza nel cuore. E sono storie di vita che ricordiamo proprio per l’emozione che ci hanno lasciato. Lei è Sara Fiorentino una donna bella, sorridente e piena di energia.
E la sua storia è una di quelle che ti rimangono dentro e che non sai mai come e con quali parole raccontare. Perché la vita di Sara si fonde in maniera indissolubile con quella di altre due donne, una più piccola ma tanto grande, e la sua bella mamma. Sono Beatrice e Stefania, sorella e nipotina di Sara che hanno lasciato a tutti non solo un grande amore, ma anche l’esempio più ‘vero e forte’ di chi ‘non molla mai’, qualunque sia la difficoltà che la vita ci porta ad affrontare. Beatrice, la nipotina di Sara, venne al mondo affetta da una malattia sconosciuta e rarissima e che è ancora senza un nome. Il corpo di Bea durante la sua crescita creò un secondo scheletro, non permettendole di muoversi. E per questo che molti la chiamarono “la bambina di pietra” ma con l’anima leggera come una piuma. E che si raccontò lei stessa sul sito nella onlus a lei dedicata: Gliamicidelmondodibea.
Stefania è la sorella di Sara, una mamma stupenda e tanto bella anche lei ma si ammalò di un brutto male, che purtroppo non le lasciò scampo. Nonostante tutto non si arrese mai di fronte la malattia della piccola Bea, che affrontò con coraggio e determinazione. Ed è nella loro vita, fatta di tante cose, belle e brutte, che Sara divenne un punto di forza. Perché come loro non hanno mai mollato anche lei non le ha mai mollate. E oggi è qui a raccontare la sua vita e a presentare anche il suo primo libro ‘Leggera come una piuma. Il mondo di Bea’
Ciao Sara e grazie per aver accettato questa intervista. Sono sicura che la tua storia darà tanta forza e stimolo a quanti la leggeranno e soprattutto a chi si trova ad affrontare qualcosa, o grande o piccola che sia, ma che sembra insuperabile. Ho seguito la tua storia, permettimi di dire, vostra storia sui social e da qui è chiaro che sei una donna eccezionale, una zia fantastica e anche una sorella super.
Ma andiamo alla prima domanda. Chi è oggi Sara?
Oggi Sara è una donna adulta, consapevole di quanto la vita può toglierti da un momento al altro e che ora sa apprezzare quanto di bello ha.
Sui social racconti molto della tua vita, dei cambiamenti che ti hanno travolto e che ti hanno fatto anche reagire. Quale è stato, se c’è stato un momento, dove hai detto: “Adesso devo ripartire da me stessa”?
Si, subito dopo che è mancata mia sorella. Il giorno del suo funerale ho chiamato mia nipote che si trovava a casa con una nostra cara amica. Quando ha sentito la mia voce al telefono mi ha scambiata per la sua
mamma che non sentiva da un mese. In quel momento il mio cuore si è spezzato in mille pezzi, ma ho dovuto reagire immediatamente, dire la cosa giusta. Forse in quel momento mi sono resa conto che se non avessi reagito tutto intorno a me sarebbe crollato altrimenti i danni sarebbero stati irrimediabili. Lì mi sono resa conto di quanto la mia famiglia, i miei genitori, avessero bisogno di me.
Dove si trova la forza per superare le cose che ‘accadono’ e superarle? Ti reputi ‘resiliente’?
No, non mi reputo resiliente. Letteralmente un materiale resiliente è capace di sopportare un urto senza rompersi, io invece mi sono spezzata in mille pezzi. La mia grande forza è stata la voglia di riprendere in mano i frammenti della mia vita, per reinventarmi seppur provata da quanto accaduto.
So che hai scritto un libro, molto importante. Vuoi raccontare cosa ti ha spinto e perché è importante fare conoscere questa storia?
Da ragazzina avevo più di un sogno, uno di questi era scrivere un libro, quindi diciamo che era nella mia testa da tempo. Sicuramente farlo dopo la perdita di mia sorella mi ha aiutato ad elaborare il lutto. La storia era comunque già stabilita. Ancor prima che mia nipote venisse a mancare avevo deciso che il mio finale avrebbe raccontato l’incontro tra Bea e la sua mamma, sapevamo che prima o poi sarebbe successo dunque era giusto finire così. Alla fine Bea mi ha lasciato proprio durante la stesura dei capitoli finali, ha voluto firmare lei la mia opera.
C’è un aneddoto che vorresti raccontare o che ami ricordare che ti dà energie, forza e sorrisi?
Beatrice che mi chiede un “fratellino” è sicuramente l’emozione più grande che potesse darmi. Era molto intelligente, non lasciava nulla al caso. Sapeva che dicendomi questo avrei capito di essere per lei una seconda mamma.
Ti senti felice delle tue scelte?
Si. Posso camminare a testa alta, non ho bisogno di fingere di non conoscere le persone o voltarmi dall’altra parte. Sono fiera del mio vissuto.
Cosa cambieresti nelle tue scelte, se cambieresti qualcosa e cosa no?
Una notte in ospedale con Stefania, lei era molto agitata. Temendo che potesse farsi del male se mi fossi addormentata le ho fatto dare un calmante. So che è stata la decisione giusta, si è addormentata e ha riposato dopo più di 20 ore senza dormire, però quella è stata l’ultima volta che l’ho vista sveglia. Era molto confusionaria, a tratti non ci riconosceva, ma se lo avessi saputo egoisticamente non l’avrei fatta dormire, avrei parlato con lei tutta la notte.
Cosa consiglieresti oggi a chi ha timore di inseguire la propria indole, il proprio sogno?
La propria indole non va mai limitata se non va a ledere la libertà altrui. Va ovviamente adeguata in base al nostro vissuto. Io ho sempre avuto l’indole da “difensore dei più deboli”. Studiavo legge, ma non mi sono laureata. Per ovvi motivi non posso dunque fare l’avvocato, ma questo non mi ha impedito di portare avanti il mio modo di essere a tutela dei più deboli, seppur non in un’aula di tribunale.
Hai una persona o un’icona che è stata per te non solo ispirazione ma da dove hai imparato qualcosa?
Si, Beatrice, mia nipote. La mia unica eroina. Una vera donna nonostante la giovane età.
Immagina che tra vent’anni o meno o più, hai una bambina o un bimbo che ti chiede consigli per affrontare bene la vita cosa gli diresti?
I miei figli porteranno di secondo nome Stefano o Stefania come mia sorella. Si firmeranno per esteso perché dovranno sempre tenere a mente di aver avuto una zia così coraggiosa. Gli basterà per comprendere quanto sono fortunati e che non dovranno mollare MAI.
E a cosa consiglieresti di stare alla larga?
Dalle persone negative, senza obiettivi.
Donna e lavoro: binomio che in Italia è ancora ‘titubante’ che difficoltà hai incontrato nel tuo lavoro e nel ‘lavoro’ in generale l’essere donna.
Nessuna, sono fortunata. Il mio valore è quasi sempre stato riconosciuto in ambito lavorativo,indipendentemente dal mio sesso.
Cosa pensi del ‘femminismo’ oggi?
Non sono per nessun tipo di movimento “estremo”, e per me maschilismo e femminismo rappresentano una corrente di questo tipo. Sono per gli esseri umani, senza distinzione di sesso.
Ed infine ma non meno importante. L’amore quanto conta nella tua vita?
È fondamentale, soprattutto l’amore per me stessa. Ho imparato quanto sia importante prendersi cura di sé prima di poter amare il prossimo.
Una domanda a cui avresti voluto rispondere ma non ti ho fatto, o una domanda che faresti a me? Ti chiederei: se potessi tornare indietro nel tempo e dare un consiglio a te stessa da giovane, quale consiglio ti daresti?
Di affrontare alcune cose che da piccola mi sono rifiutata di fare, dalla capriola durante l’ora di educazione fisica, al viaggio da sola, ecco. Di credere di più in me stessa.
Sara Fiorentino sarà presente all’edizione 2019 del Festival del Libro di Torino con il suo libro ” Il mondo di Bea – Leggera come una piuma ” che potete acquistare anche sul sito della casa editrice Pathosedizioni.
Avrete così modo di conoscere questa zia Eccezionale e la storia di due splendide donne oltre a fare del bene!