SCHIAVITU’: CHIAMIAMOLA CON IL SUO NOME

Esiste un mondo dove le donne vengono rapite dai propri luoghi, dalle proprie case, dai propri affetti e portate, nascoste, violentate, picchiate (alcune fino alla morte) dentro a dei bordelli. Molto spesso a centinaia di migliaia di chilometri dai luoghi dove sono cresciute e dove avevano un nome. Adesso accanto al loro nome, alla loro foto, c’è una parola: ‘Scomparsa’.

Si perché queste donne, giovanissime, bambine alcune, spariscono letteralmente. Di loro si perdono le tracce ed è un fenomeno doloroso e che esiste e grida ‘giustizia’.

Siamo del 2020 è esiste ancora la schiavitù sessuale. Donne comprate, vendute, trasportate perché fonte di lucro. I loro corpi perfetti per il sesso. E in quegli e.commerce del sesso, qui accanto alle loro foto ci sono nuovi nomi e i loro costi.

Di questa ‘verità’ che fa male ne parla Elena Basso una giornalista che con coraggio, forza, dedizione è tanta cura e delicatezza, ha affrontato un viaggio all’interno del mondo delle ‘scomparse’ per scoprire dove vanno a finire in quell’Argentina così bella di colori ma così piena di dolori.

Vi consiglio di leggere il suo reportage fa male ma lo dobbiamo umanamente a tutti quei nomi che hanno perso il volto. Lo trovate qui!

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