A Natale dovrei scrivere qualcosa di dolce, qualcosa di romantico, qualcosa di appunto natalizio. Ma chi mi conosce sa che tra quello che si deve e quello che si vuole, scelto sempre la seconda opzione. E sento di scrivere questo, proprio oggi, proprio dopo giorni di riflessione, di ricerca, di me stessa. E parto da una cosa superflua per scrivere perché secondo me il Natale ha un senso se visto sotto una prospettiva di ‘nuovo inizio’. Ognuno ha il suo Natale, personale, il suo momento di rinascita, anzi i suoi momenti di rinascita. In questi giorni, dopo aver finito tutte le serie disponibili e interessanti su Netflix, ho iniziato a seguire ‘And just like that, il remake o meglio la continuazione di Sex and the city, serie che ho amato da ‘grande’ e che ho anche criticato sotto certi aspetti. E questa nuova serie racconta, e dopo quattro puntate ho iniziato a capire, come si fa a ricominciare. Come lo si fa davvero. E lo fa in maniera ‘stridente’, non in una maniera piacevole, serena, come appunto si ci aspetta da una serie che è sempre stata allegra e leggera. In queste puntate di parla e si affronta forse la vita vera. Quella che semplicemente è. Quella che stride con le aspettative che facciamo tutti chi più e chi meno.

E c’è una scena, una scena che vale tutta la serie, dove la protagonista, litiga con una sua amica perché le ha rotto un vetro di una cornice con la foto sua e di Big. Litiga perché proprio in quel punto che si è rotto lei sentiva ancora tracce di lui. E ho pensato a quante volte, quante volte io non ho lavato una felpa per un odore, tutte le volte che non ho voluto indossare più un vestito perché mi ricordava un momento particolare. Tutte le volte che non riuscivo a ricominciare, che significa molto spesso anche buttare via qualcosa a cui si tiene fortemente. Da qui il mio pensiero, siamo fatti per ricominciare. Molto spesso non sappiamo bene nemmeno da dove. Da dove si ricomincia, da dove ripartire. Nel nostro dna qualcosa di certo c’è scritto, qualcosa lo abbiamo ereditato. Ricominciare fa parte dell’essere umano perché siamo frutto della natura e la natura ricomincia. Ogni giorno, ogni stagione, ogni momento. Inizia la primavera, come l’estate, come tutto il resto. E noi seguiamo queste fasi nella nostra vita. Inevitabilmente, anche se non vogliamo siamo fatti di tutto ciò che cambia.

Si ricomincia da un caffè, da una passeggiata fatta da soli o con il cane, si ricomincia scrivendo, fumando una sigaretta liberatoria, da una doccia calda o fredda. Si ricomincia con qualcosa che ci piace fare o cercando qualcosa di nuovo. Si ricomincia da una città nuova, da amici nuovi. Si ricomincia tagliando quello che bene non ci fa stare, e sostituendolo con nuovi ricordi, nuove realtà e nuove canzoni. Si ricomincia da uno smalto, si ricomincia da un pensiero e da un respiro. Siamo fatti per ricominciare. Ed è questo per me anche il significato del Natale.

Published On: Dicembre 25th, 2021 / Categories: Storie /

Una penna blu è quella che amo di più. Come il velluto, meglio se blu, cobalto e azzurro. Mi ricorda il mare.

Il mare. Il caffè caldo la mattina, in tutte le stagioni. La musica, le canzoni indie, Tommaso Paradiso, Achille Lauro. I rossetti rossi. Le mie sorelle bambine. Scrivere e leggere. E poi leggere e scrivere. Le cose non scontante, la pelle abbronzata in autunno. Regalare un sorriso, che siamo tutti grigi.

Le cose inaspettate. Quelle belle ovviamente. Le gite organizzate un’ora prima. Il profumo di cannella. La cacio e pepe. I regali. I

Amo il natale, amo non essere scontata, amo tutti i film con un lieto fine. Che poi piango pure quando guardo un thriller.

Il mio cane la mattina. Gli amici che ci sono sempre, sia a un metro che a 1000 kilometri. Le persone sensibili. Quelle che si perdono a sognare cose ‘impossibili’, tipo costruire una villa in campagna.

Amo l’odore dei libri nuovi. La poledance. Sentirmi sicura.

Odio. Odio quando sono grigia. I pensieri brutti. Odio non vedere il mare. Odio non potermi muovere. Odio aspettare, la mia impulsività. La poca sincerità. Tra una brutta verità e una bugia, preferisco sempre la prima.

Odio la mancanza di rispetto.

Chi tratta male le donne, e gli uomini.

Odio gli ottusi, i preconcetti e i pregiudizi.

Odio non sapere cucinare.

Odio non sapere cosa fare. Cambiare idea spesso.

La montagna. Non la amo.

Odio chi limita gli altri.

Non amo scanzi. Non amo gli intellettuali troppo di sinistra.

Mi annoio.

Amo chi pensa che prima di tutto e sopra ogni cosa ci sia rispetto e fiducia.

Odio chi non lo fa. Odio chi pensa che sia tutto dovuto e niente dato.

E tu invece?